martedì 17 novembre 2015

Radio Deejay: dietro le quinte e considerazioni personali.

Innanzitutto, per chi non sa di cosa io stia parlando, ecco il post sul blog di Post Scriptum con la puntata completa di Catteland a cui ho partecipato il 13 novembre. Lì potete trovare i chiarimenti su quello che ho detto in trasmissione, mentre qui, visto che siamo nel mio spazio personale, ci tengo a scrivere due righe su quello che non si sente nel podcast :)

Innanzitutto, l'arrivo a Radio Deejay: ogni volta che ho un impegno in qualche grande città mi assale l'ansia da traffico e parcheggio  (a maggior ragione se, come in questo caso, non si può assolutamente tardare), quindi anche stavolta parto prestissimo, passando a prendere un'amica che ha tempo e voglia di accompagnarmi (ciao E., grazie per essere stata puntuale o mi sarebbe venuto un attacco isterico) e sopportarmi mentre continuo a ripeterle, a rotazione, queste due frasi:
  1. "Non mi hanno più richiamato, né mandato messaggi o mail di conferma. Speriamo che sia il giorno giusto!"
  2. "Speriamo di trovare parcheggio perché non possiamo tardare, eh!"
Risultato: ci presentiamo in portineria con un'ora di anticipo sull'appuntamento.
L'impatto non è dei migliori, visto che il portinaio non ha il mio nome scritto da nessuna parte e alle prime due telefonate non gli risponde nessuno. Guardo E. pensando che, vabbè, dopotutto è una bella giornata e Milano ha un sacco di meraviglie artistiche che in pochi conoscono, quindi mi preparo all'idea di andare a fare i turisti (cosa che effettivamente succederà nel pomeriggio).
Il portinaio riesce a parlare finalmente con qualcuno, che non ne sa nulla, ma si informerà. I minuti passano lenti, mentre io, ormai rassegnato al turismo mattutino, valuto se sia meglio andare in zona San Maurizio/Santa Maria delle Grazie/Vigna di Leonardo oppure verso Duomo/San Satiro/Pinacoteca Ambrosiana. Finalmente a un certo punto squilla il telefono, lui ascolta, riaggancia e ci dice, laconico "Fra tre quarti d'ora vi faccio entrare, così parlate direttamente con (nome di uomo che non ricordo). Aspettate qui"
"Qui" significa nei due metri quadri scarsi dell'ingresso, fra la porta sulla strada e i tornelli, senza sedie, divani o altro. Io ed E. ci guardiamo e decidiamo di fare un giretto verso l'Arco della Pace e il parco, da cui torniamo comunque con un quarto d'ora abbondante d'anticipo.
Alle 11.55 finalmente possiamo salire. Al momento, nessuno ha ancora confermato ufficialmente che sarò in trasmissione, ma mi consola il fatto che nessun altro ascoltatore si sia presentato dicendo di dover andare in onda.
Entriamo nell'anticamera dello studio giallo e finalmente vengo accolto da Stefy che mi saluta con entusiasmo, mi presenta la mia playlist e la mia scheda e mi inonda di spiegazioni e domande. Le dico di non essere stato ricontattato e si dimostra sorpresa. Dice che è stato un disguido. Io ovviamente ci credo e mi sento sollevato, ma diciamo che non entro in trasmissione proprio rilassato. A questo si aggiunga il fatto che, come potete sentire, all'inizio non riesco a dire proprio nulla perché Ale (posso chiamarlo Ale, no? Ormai siamo amici!) mi fa delle domande a cui si autorisponde leggendo la mia scheda e mi dice che il mio sembra un nome falso. Francamente mi sento un po' travolto, ma poi finalmente si inizia a parlare di giochi e lì inizio a sentirmi nel mio ambiente.
A dire il vero, la puntata vira spesso su giochi vecchi di cui so poco, quindi non mi sciolgo mai del tutto, ma va bene così. Cerco di stare rilassato, mi impongo di parlare velocissimo per sfruttare al massimo i minuti a disposizione e infilare dentro a forza alcuni argomenti a me cari (alla fine, bene o male, ci riesco) mentre nei fuorionda gli spiego i giochi, cerco di dirgli che di Brivido e Isola di Fuoco non so nulla e mi chiedo a cosa servano i numeri sui vari schermi (sembrano orari, ma non sono né l'ora corrente, né i minuti di trasmissione... Boh?) e i vari pulsanti vicino al microfono, visto che lui ne usa sempre solo uno.
Alla fine, baci, abbracci, strette di mano e un po' di foto.

In conclusione, nonostante la tensione e il troppo spazio ai giochi vintage, è comunque stata una bella esperienza, che spero abbia dato un minimo di visibilità al nostro mondo. La pagina Facebook di Post Scriptum ha ricevuto una quarantina di nuovi like in quei venti minuti e un po' di persone mi hanno scritto in privato domande varie sui giochi, quindi almeno un pochino credo sia servita.
Ah, sì, quando ho riacceso il telefono ho anche trovato quattro nuove offerte di prototipi, ovviamente :)

Detto questo, ci tengo a scrivere alcune cose:
  1. Francesco da Bologna, il tuo messaggio era bellissimo e mi spiace che l'abbia ignorato. Io l'ho indicato sullo schermo, ma ha preferito andare su quelli più nazionalpopolari, non so se perché realmente interessato ai giochi vintage o se perché li ritenesse un argomento più radiofonicamente interessante :(
  2. Mi spiace non essere riuscito a dire alcune cose personali a cui tenevo, cioè il modo in cui sono arrivato a fare questo lavoro (i mille weekend in giro per fiere ed eventi, le mille ludoteche visitate e la scelta, sofferta, di lasciare l'attività di famiglia), o il fatto di vedere gli altri editori più come amici che come concorrenti. Probabilmente non sarebbe stato interessante per nessuno, ma mi sarebbe piaciuto dirlo.
  3. La cosa che racconto a tutti è che a fine trasmissione è arrivato in anticamera Dj Angelo, dicendo "Oggi è venerdì! Di solito al venerdì non si mangia?" ricevendo da Stefy la risposta "Eh, no, questa volta l'ascoltatore non ha portato da mangiare, ma ci ha regalato due bellissimi giochi da tavolo". Dj Angelo mi ha guardato sorridendo e dicendomi che avevo fatto benissimo, ma non sono del tutto convinto che ne fosse davvero contento ;)
  4. Alla fine di tutto, mia mamma mi ha detto "Ma avevi solo quella camicia, da mettere?"


1 commento:

  1. Da ascoltatore ho sentito la trasmissione
    ....da giocatore la superficialità di Catelan mi ha infastidito, complimenti a te invece.

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