Lo Ziuq Team a Torino Comics con il responsabile dell'area Games |
A seguire, siamo stati a Torino Xmas Comics and Games, dove per la prima volta avevamo un vero e proprio stand, in cui abbiamo ospitato sia Bigio, sempre impegnato a fare disegni e a escogitare nuovi giochi da proporci, sia la coppia Pisani&Lanzavecchia, impegnata a promuovere Ziuq in questo modo:
Ma non di solo lavoro è fatta la vita! C'è spazio anche per le mie grandi passioni, ovvero mangiare e bere alle cene di Natale delle ludoteche!!!
In ordine cronologico, abbiamo iniziato con quella dei Custodi del Lago, in occasione della quale ho proposto per la seconda volta il Torneo Open davvero Open da me ideato in un momento di estrema emergenza in cui dovevo tirar fuori una proposta al volo (in pratica, la condizione in cui lavoro meglio), ma che mi piace davvero tanto.
Si tratta di una formula totalmente libera, senza giochi né accoppiamenti prestabiliti, che penso sia ancora da perfezionare, ma che già mi sembra abbia funzionato meglio della prima volta (in cui comunque era già piaciuta).
Se siete curiosi di sapere come funziona, andate qui.
A parte questo, comunque, ogni cena di Natale ha le sue caratteristiche:
- Presso i Custodi del Lago si svolge ogni anno una lotteria i cui premi possono essere cose banali come giochi o dolciumi, ma anche ambitissimi buoni usa e getta per assicurarsi di usare un colore (e tutti ovviamente vogliono il blu per toglierlo a me), oppure mette il veto su un gioco per una serata, oppure, al contrario, la possibilità di obbligare un altro associato a giocarne uno. E questo, con mia grande gioia e con grande disperazione del mio Ex Famiglio, l'ho vinto io. Sai già cosa ti aspetta, maledetto! Finalmente sarai mio!
- Anche alla Ludoteca Galliatese ha avuto luogo una lotteria, ma di tipo più tradizionale: chi voleva poteva portare dei giochi che non usava più e ricevere in cambio un biglietto per estrarne uno degli altri. Io non dirò che due giochi ho portato (non erano editi da me, ma li avevo scambiati con dei giochi miei in una vecchia fiera), ma ho portato a casa Nome in Codice Visual e Cavum, quindi direi che mi è andata molto meglio che a tanti altri!
- La grande tradizione di SlowGame è giocare al gioco che su BGG si chiama Eat Poop You Cat, coinvolgendo più persone possibili. Come sempre è stata una mezz'ora di risate a crepapelle ed è bello vedere come anche i gamer più accaniti si divertano sempre con questo passatempo, che sarà anche infantile, ma senza dubbio stimola parecchio la creatività.
Sì, beh, certo, in occasione di questa cena c'è stato anche unpessimodiscorso del Presidente dell'associazione(*), che come al solito ha chiesto attenzione e serietà, ma ha resistito meno di un minuto prima di iniziare a fare battute terribili... Va però detto che quel minuto ha portato dei frutti che spero siano forieri di grandi novità nelle prossime settimane.
(*)Sì, sto parlando di me stesso.
A cosa abbiamo lavorato
- Principalmente ci siamo dedicati ai giochi promozionali, che sono stati cinque e che ovviamente dovevano tutti arrivare nei negozi prima di Natale. Il fatto che potessero essere stampati dopo Essen ci ha lasciato un po' di agio nel periodo tradizionalmente più impegnativo dell'anno, ma appena dopo ci siamo ritrovati di nuovo alle prese con file da controllare e mille altri imprevisti da risolvere a tempo di record per far arrivare tutto sugli scaffali in tempo. Meno male che ormai abbiamo parecchia esperienza in questo campo!
Li trovate qui... E lo so che voi lettori guardate questi titoli con disprezzo, ma come ho già scritto, sono comunque un modo per far giocare la gente e credo di non sbagliare se dico che tutti abbiamo iniziato lanciando dadi e muovendo pedine di un pari numero di passi, no? Stanno avendo successo, il che significa che vengono utilizzati da tantissime persone, quindi meglio che si trovino davanti dei prodotti ben realizzati e curati, in modo che possano far nascere una passione, anziché dei giochi pieni zeppi di errori di inesperienza come spesso capita di vedere in contesti simili. - Abbiamo iniziato a lavorare seriamente sullo sviluppo di altri nuovi prodotti per il 2018: uno era già pronto a livello di regole e abbiamo iniziato a occuparci della grafica, mentre su altri due stiamo ancora dando gli ultimi ritocchi di regolamento. Un altro è ancora in fase iniziale, ma pensiamo davvero che sarà bellissimo.
Insomma: tanta carne al fuoco, come sempre.
Cosa hanno detto di noi
- In un impeto di
voglia di tirarmelaautocompiacimento, non posso che iniziare con questa intervista su River Forge, in cui parlo un po' del 2017 appena trascorso e un po' di Idea G. È breve ma interessante, secondo me. - Sempre da Torino Comics, arriva anche il video di Around the Game in cui potete vedere un'intera partita di Ziuq con gli autori. Se avete dubbi su come si gioca, eccovi accontentati!
- Passiamo quindi a Wendake, iniziando dal videotutorial di Miss Meeple su Gioconauta,
- Proseguendo con la recensione di House of Games.
- E per finire un'intervisa a Danilo Sabia su Milano Post. Il sito definisce "incredibile" la sua storia, ma fortunatamente sappiamo che non è affatto così, anzi gli autori di giochi italiani sono sempre di più!
- Wendake è inoltre fra i giochi consigliati per Natale da Games Overboard.
Non una vera e propria polemica, ma uno scambio di opinioni che ho seguito con interesse si cela fra i commenti di questo post. Era stata poi ripresa in un altro, effettivamente più acceso, che però è stato poi cancellato.
L'argomento che mi sembra interessante è quanto la percezione di un gioco possa essere influenzata dal gruppo di giocatori. Certo, so benissimo di stare scoprendo l'acqua calda (che comunque è utilissima, eh), ma vorrei approfondire un po' l'argomento. Nel post in oggetto si "affrontano" un giocatore che sconsiglia un gioco perché a suo dire è buggato e due esperti autori di giochi di ruolo e da tavolo, che spiegano che non lo è. Da qui parte un dialogo fra due parti totalmente discordanti, in cui gli autori portano argomentazioni tecniche per definire cosa sia bug e cosa no, mentre il giocatore risponde citando il proprio gruppo di gioco. Alla fine tutti perdono un po' la pazienza, ma si sa che l'internèt è così, quindi non ci stupiamo.
Ora, io da addetto ai lavori ovviamente do ragione agli autori, perché le argomentazioni che hanno portato sono sostanzialmente oggettive ed è giusto che persone come loro o come me, ma anche come i semplici appassionati, le conoscano e sappiano discernere un gioco ben fatto da uno che ha dei problemi o che, come si dice a volte, è invecchiato male.
Però è anche molto probabile che il giocatore non stia rispondendo solo per amor di discussione (non ci metterei la mano sul fuoco, perché la suddetta internèt pullula di troll in ogni anfratto, ma secondo me non è questo il caso), ma perché effettivamente porti esperienze che ha vissuto in prima persona.
E il fatto è proprio questo: le argomentazioni oggettive degli autori sono validissime, su questo non ho nulla da ridire. Ma non dobbiamo fare l'errore di sottovalutare quelle soggettive, perché dopotutto, chi gioca lo fa per divertirsi e passare il tempo, principalmente. Quindi sì, è nostro assoluto dovere cercare di sfornare giochi ben testati, bilanciati e soprattutto non buggati, ma, così come nell'ultimo post (che ho dovuto riscrivere da zero, ve l'avevo detto?) ho messo in guardia i gamers dal rischio di essere troppo elitari, allo stesso modo invito anche noi creatori a non perdere mai la propria anima di giocatori, soprattutto se si sta parlando di party games, magari anche di parecchi anni fa, ma che continuano a mietere grandissimo successo in tutto il mondo.
Anche perché, pur vedendone i limiti oggettivi, ad almeno uno dei giochi citati io stesso gioco sempre con entusiasmo, passando serate in grande allegria. E sì, come nel caso del giocatore in questione, il mio gruppo di amici è sempre stato fondamentale per la buona riuscita di quelle decine e decine di partite e so benissimo che con in altre ludoteche non devo neppure azzardarmi a proporlo.
Sia chiaro, non sto scrivendo che i due autori hanno torto in questo caso: di fatto la penso come loro, però apposta non scrivo né i loro nomi, né i titoli dei giochi (che sono comunque visibili nel post linkato sopra), proprio per esplicitare che non mi riferisco a questo episodio in particolare, ma al fatto generale che ogni giocatore ha i suoi gusti e le sue particolarità, e lo stesso vale per i gruppi di gioco. Personalmente, lo vedo molto spesso con il gioco Citadels, che per molti è considerato un filler, mentre da noi non dura mai meno di un'ora e mezza e viene giocato facendo fumare le meningi per scoprire i vari ruoli. Addirittura a questa questione avevo dedicato il secondo, brevissimo, post di questo blog. Quale era l'intenzione del suo autore? Aveva tenuto conto delle diverse possibili interpretazioni? Lui come lo gioca?
Mi sa che se lo trovo in giro a Norimberga glielo chiedo :)
A cosa ho giocato
A poco o niente: ero troppo impegnato a mangiare, bere e sciare, come scrivo più in basso.
Brick Party (2)
Splendor
Imagine
Thunderstone
Drizzit, il gioco di carte, con tutte le espansioni (2)
Eat Poop You Cat
Riga
In alto i calici
Ethnos
Century: la via delle spezie
Rattus
When I dream (2)
Time's Up blu
Stavolta non darò nessuna impressione su nessuno di questi giochi, perché sono tutti titoli su cui mi sono già espresso o a cui non ho ancora giocato abbastanza partite. Scrivo allora una cosa che forse farei meglio a tacere: il 25 e il 31 dicembre quest'anno non ho giocato a nulla, ma mi sono occupato solo di mangiare e bere. Mi ha fatto piacere vedere che tanta gente ha postato su Facebook la lista dei titoli intavolati sotto le feste, a volte anche costringendo i parenti a giocare controvoglia, ma mi sono anche chiesto perché io invece non lo faccia mai. Sono forse meno appassionato rispetto ai semplici giocatori? Questo lavoro mi ha tolto il gusto di giocare solo per giocare?
Facendo un esame di coscienza, in realtà penso di no: giocare mi piace ancora e quando non riesco a farlo mi manca tantissimo. Però credo che la differenza stia tutta nel fatto che per chi ha un altro lavoro, il gioco sia davvero un'oasi in cui rifugiarsi per staccare dalla vita di tutti i giorni e dimenticare le tensioni professionali, mentre per me, inevitabilmente, è un po' il contrario. Quando sono in famiglia, o con gli amici del bar, per me lo stacco consiste nel non giocare. Il che non significa che se un interlocutore non ludico mi chiede di fargli fare una partita a qualcosa mi dispiaccia, eh. Anzi, in tutta sincerità quando succede sono sempre contento (anche perché, avendo un terreno vergine davanti a me, posso scegliere e proporre qualcosa che davvero ho voglia di intavolare), però difficilmente sono io a proporre a questo genere di persone un gioco in scatola. È più frequente che proponga una birretta, in effetti ;)
Facendo un esame di coscienza, in realtà penso di no: giocare mi piace ancora e quando non riesco a farlo mi manca tantissimo. Però credo che la differenza stia tutta nel fatto che per chi ha un altro lavoro, il gioco sia davvero un'oasi in cui rifugiarsi per staccare dalla vita di tutti i giorni e dimenticare le tensioni professionali, mentre per me, inevitabilmente, è un po' il contrario. Quando sono in famiglia, o con gli amici del bar, per me lo stacco consiste nel non giocare. Il che non significa che se un interlocutore non ludico mi chiede di fargli fare una partita a qualcosa mi dispiaccia, eh. Anzi, in tutta sincerità quando succede sono sempre contento (anche perché, avendo un terreno vergine davanti a me, posso scegliere e proporre qualcosa che davvero ho voglia di intavolare), però difficilmente sono io a proporre a questo genere di persone un gioco in scatola. È più frequente che proponga una birretta, in effetti ;)
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