I giochi visti da chi li fa e li fa giocare

I giochi visti da chi li fa e li fa giocare

sabato 23 marzo 2019

Gennaio-febbraio 2019: recensori prezzolati dai poteri forti!

Ah! Avrei voluto ricominciare a pubblicare post mensili, in questo 2019, ma davvero non è facile riuscirci con regolarità. Quindi, dopo gli ultimi due che hanno abbracciato 3 e 4 mesi, eccone un altro che parla sia di gennaio che di febbraio.
Ma le cose sono destinate a cambiare!!! Sì, perché, come sapranno quelli che hanno letto il blog di fine anno di Post Scriptum, il team si è allargato ancora!
L'ingresso di Elisa nel 2019 segue quello di Sara nel 2018 e di Tambu (come socio) nel 2017. Ciò è sintomo di uno stato di salute dell'azienda... O di una particolare incoscienza dei suoi capi. Lo vedremo!
Elisa si occuperà principalmente della gestione dei canali di comunicazione, a partire dalla nuova pagina Facebook del nostro prossimo gioco, Legend Raiders che abbiamo aperto da poco. L'avete già mipiaciuta tutti? Forza! Forza! Correte a farlo, tanto io vi aspetto qui.

Bene. Ora che siete tornati parliamo dagli eventi, iniziando col dire che anche in questi due mesi sono proseguiti gli Slow Days organizzati con l'associazione ludica SlowGame, di cui faccio parte. Abbiamo anche tenuto l'assemblea annuale e i soci sono molto contenti di questa iniziativa, che mi piace molto e mi permette di passare giornate solo a giocare, senza dover playtestare ogni dannat benedetto lunedì.

Poi che dire: fra gli eventi a cui abbiamo partecipato come Post Scriptum spicca ovviamente la fiera di Norimberga, ancora una volta senza stand, ma ancora una volta strapiena di appuntamenti. Probabilmente, vista la volontà di espansione dell'azienda, sarà stata l'ultima volta che facciamo così, ma ammetto che un po' mi diverte correre qua e là e incontrare gente in giro.
Solo che, spoiler sulla vita da editore, se vai in fiera da solo poi ti serve qualcuno da lasciare in stand quando vai a fare appuntamenti altrove e quindi serve un team.
Ma ora un team ce l'abbiamo, quindi, qui lo dico e qui (non) lo nego, l'anno prossimo stand (probabilmente)!

L'altro evento a cui abbiamo partecipato è stato Play on Board, a Grugliasco. Questa manifestazione si propone di essere l'erede di GiocaTorino, che si teneva alla galleria del Lingotto fino a pochi anni fa. In effetti ci è sembrata ben organizzata e piena di gente. Abbiamo fatto giocare principalmente Radetzky, che è ambientato in un'altra città, ma è piaciuto anche ai piemontesi, evidentemente.

Nello stesso weekend sono anche stato alla scuola Holden per tenere una lezione al Training Camp "Progettare giochi da tavolo" di Andrea Chiarvesio e Alessandro Avataneo, come abbiamo detto qui.
Una bella esperienza che mi piacerebbe ripetere, senza dubbio.

E veniamo quindi all'evento a cui NON abbiamo partecipato.
Merita un paragrafo a sé perché è stata la prima volta in 15 anni ed è stato strano leggere gli aggiornamenti su Facebook senza essere lì.
Della nostra assenza a IDeA G 2019 avevo già parlato qui, ma ci tengo ancora a ribadire che è stata una scelta difficile e sofferta, ma comunque inevitabile e di cui non sono pentito.
Abbiamo un sacco di lavoro davanti e dobbiamo concentrarci su di esso al massimo!

A questo proposito ecco
A cosa abbiamo lavorato
  • Ovviamente, all'inserimento di Elisa e alla pianificazione delle attività social sulle varie pagine a noi collegate, in primis quella di di Legend Raiders.
  • Al nuovo sito, che spero sarà online il più presto possibile.
  • Alla preparazione della fiera di Norimberga, in particolare ai mock up dei nuovi giochi da presentare. Un lavoraccio!
  • Ai test di Masamune (che probabilmente non si chiamerà così), che ormai sono praticamente finiti e, soprattutto, alla ricerca del suo disegnatore.
  • A qualche gioco promozionale, di cui abbiamo sempre richiesta.
Cosa hanno detto di noi
Dulcis in fundo, ben tre recensioni di Radetzky, tutte positive!
Inoltre, è uscita la versione francese di Kepler-3042, sempre a cura di Renegade, in una bella scatolona quadrata. Eccola qui!

La polemica del mese
Il post da cui parto questa volta è questo, a cui se ne affiancano in realtà mille altri.
L'argomento è uno di quelli che ciclicamente tornano a far parlare ed è giusto che finalmente lo affrontiamo anche qui, sul blog più puntuale e aggiornato del web.
Ora... Sul perché esistano così poche recensioni negative si è già scritto moltissimo, ma possiamo semplificare raggruppando i fiumi di inchiostro elettronico in queste tre motivazioni:
  1. I recensori lo fanno per passione, quindi se provano un gioco che trovano brutto tendono a non parlarne perché per recensirlo dovrebbero provarlo tante volte e nessuno ha voglia di giocare tante volte a un gioco brutto.
  2. I recensori non fanno recensioni brutte perché temono che gli editori smettano di regalar loro le scatole.
  3. I recensori sono pagati dagli editori per parlare sempre bene dei giochi.
Sulla n.1 non ho molto da dire: basandomi sulla conoscenza che ho dei vari recensori italiani, direi che è senz'altro vera. Di norma tutti sono concordi nel dire "se un gioco non mi piace lo capisci dal fatto che non lo recensisco" e trovo che sia una cosa normalissima. Se un recensore vuole essere autorevole deve giocare parecchie volte al gioco che non gli piace, per motivarne la stroncatura, e sinceramente, per una cosa che fa gratis solo per passione, perché una persona dovrebbe dedicare il proprio tempo giocando e rigiocando a qualcosa che non le piace?
Poi per carità, immagino che ci sia gente che scrive le sue opinioni su un gioco dopo averci giocato una volta sola: io stesso ne ho sorpresi alcuni che traevano conclusioni negative basandosi su regole applicate male, avvenimenti figli di strategie insensate ecc. E tutte le volte non mi sono mai tirato indietro dal farlo notare nei commenti. Non so quanto le mie osservazioni possano effettivamente influire sulla reputazione del recensore, ma come capisco io che ci ha giocato giusto una volta, spero lo capiscano anche gli altri.
Poi va beh, qualcuno che ha provato a fare blog che parlassero male dei giochi c'è stato, ma
FLAME MODE: ON
Non vorrete mica dire che le recensioni de Il Puzzillo erano affidabili e prenderlo come esempio di informazione ludica? Suvvia!
FLAME MODE: OFF

Discorso teoricamente diverso è quello che riguarda i giornalisti, che in quanto tali si presume che siano pagati dalla testata per cui scrivono. In questo caso però, di norma si tratta di appassionati che sono riusciti a dedicare articoli o rubriche sui giochi in riviste generaliste... E non vorrete mica che ci mettano quelli brutti? È normale che scelgano i loro preferiti, no?

Anche riguardo alla n. 2 non c'è molto da aggiungere: è legittimo pensare che un blogger possa ragionare così e tutto sommato non ci vedo niente di male, anche perché non credo si possa scindere questa seconda motivazione dalla prima. Immagino infatti che se un gioco non piace a un recensore, preferisca dire all'editore che non lo recensirà per i motivi sopra descritti e, in aggiunta, per non indispettirlo. In carriera a me è capitato una sola volta che un blogger mi dicesse che non voleva fare la recensione di un gioco perché non gli piaceva (si trattava di Kepler-3042... E la storia gli ha dato torto! :P ) e devo dire che non mi ha dato fastidio, anche se ovviamente non ero d'accordo con lui. Anzi, mi ha fatto piacere che abbia scelto di non recensire e si sia preso la briga di scrivermene le motivazioni. Poi in cuor mio penso che se avesse giocato qualche altra partita avrebbe capito che in realtà è un bellissimo gioco, ma almeno non ha fatto uscire un post affrettato :)

Veniamo però alla motivazione n. 3, che è quella su cui c'è più ciccia di cui trattare! I recensori sono prezzolati dagli editori? Risposta breve: "da noi sicuramente no". Risposta lunga: qui sotto.
Iniziamo col dire che la maggior parte dei canali di recensioni video offre servizi a pagamento, anche se di norma dicono se è una "marchetta" subito all'inizio del video. Ai fini di una campagna Kickstarter è molto utile avere pareri esterni e anche noi abbiamo pagato più di una volta per averli, ma, appunto, è una cosa palese.
Al di fuori di questa particolare tipologia, però, non ci è mai capitato di pagare un recensore: ad alcuni abbiamo effettivamente dato scatole omaggio, ma di norma le diamo a prezzo ridotto. Addirittura, alcuni se le sono comprate per conto loro e poi hanno semplicemente pubblicato il pezzo in totale autonomia.
In rari casi è capitato che qualcuno mi facesse leggere l'articolo prima della pubblicazione, ma di norma questo non succede (in quelle occasioni ho sempre fatto correzioni di natura puramente tecnica, quando necessarie, senza mai dire nulla in merito alle opinioni espresse).
Quindi, basandomi sul mio caso personale, direi che i recensori non sono pagati dagli editori.
"Eh sì, Mario, ma chi ti credi di essere a poter parlare per tutti? Voi di PS siete solo pesci piccoli, ma chissà i Poteri FortiTM là fuori cosa fanno!", starete a questo punto pensando voi.
Ora, al di là del fatto che non mi piace che mi diate del pesce e chi mi conosce sa perché, non posso che dire che ovviamente ciò è senza dubbio possibile. Anche alcuni addetti ai lavori lo sostengono, a volte con veemenza, e nessuno si sorprenderebbe della cosa: dopotutto le grandi ditte fanno girare un sacco di soldi e hanno sicuramente a libro paga qualcuno che si occupi della loro immagine pubblica (come detto prima, abbiamo appena preso una persona anche noi!) e non è impensabile che abbiano rapporti privilegiati con gli influencer. È ciò che accade in generale in tutti i settori. Anzi, là dove i fatturati sono ben più alti, i blogger più famosi fatturano cifre da capogiro (ricordatevi sempre che Fedez è quello povero, nella coppia).
Quindi, se da un lato può essere vero, come si dice nei commenti, che i blogger possono quantomeno subire una sudditanza psicologica nei confronti delle grandi case o ricevere trattamenti di favore (quando non addirittura compensi sottobanco), dall'altro è normalissimo che le recensioni positive siano molto di più di quelle negative, per i motivi sopra detti e non serve stare a scomodare complotti misteriosi.
Forse a volte è solo una questione di gusti: per esempio, sempre nei commenti si cita Augustus come gioco brutto definendolo "nient'altro che una tombola", mentre io, come detto in questo vecchiiiiiissiiiiiimo post, lo trovo geniale e lo propongo spessissimo nelle serate di divulgazione. Il mio parere personale, in questo specifico caso, è che quelli che l'hanno giocato una sola volta siano i commentatori che lo denigrano e non i recensori che ne parlano bene.
Ovviamente, i gusti sono gusti e a ognuno può piacere ciò che gli pare, ma il mio parere tecnico è che le differenze rispetto alla tombola siano evidenti e chi dice che non le vede, semplicemente ha tratto una conclusione affrettata. Non a caso, in tante partite fatte, ho sempre visto vincere chi aveva giocato meglio*.
È un vecchio argomento anche questo, più volte affrontato in tanti post. Con così tanti giochi sul mercato, raramente si dà una seconda chance a un titolo che non ha convinto in pieno la prima volta, ma ciò non significa necessariamente che tutti quelli che lo incensano si sbaglino. 
A questo proposito, vi saluto segnalando un altro post in cui si chiede cosa effettivamente sia un gioco brutto :)
(*) di norma io! :P

A cosa ho giocato

Gennaio
Pandemic: la caduta di Roma
Cryptid
Tokyo Highway
The Long Road
Flamme Rouge (9) con espansioni Peloton (3) e Meteo (8)

Febbraio
Flamme Rouge (4) con espansione Meteo (4)
Fjords
Pandemic: la caduta di Roma
Robin (2)
T.I.M.E. Stories: La profezia dei draghi
The Game
Soqquadro
Mythis
Heimlich & Co.
Terraforming Mars
Radetzky - Milani 1848
Downforce
Lady Blackbird (GDR)

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