I giochi visti da chi li fa e li fa giocare

I giochi visti da chi li fa e li fa giocare

venerdì 22 febbraio 2019

Settembre-dicembre 2018: perché non si ristampano i giochi introvabili?


Come promesso nei precedenti post, proseguiamo il recupero dei mesi perduti e parliamo di un intero quadrimestre, in cui sono successe tantissime cose, che mi toccherà sintetizzare all'osso.
Niente foto della mia settimana di vacanze in Sardegna, quindi. Mi spiace perché sono davvero belle :P

Partiamo come al solito dalle mie esperienze in campo associativo, su cui ci sono alcune cose da dire.
La prima è che, dopo 8 anni nel consiglio dei Custodi del Lago, non mi sono più ricandidato per il rinnovo e di conseguenza ne sono uscito.
Lo stesso hanno fatto altri due consiglieri e il motivo è che finalmente, dopo qualche anno in cui ci sentivamo sostanzialmente forzati ad andare avanti, abbiamo visto che c'erano tanti nuovi giovani entusiasti e vogliosi di entrare al posto di noi anziani. Il nuovo consiglio mi piace molto e sono davvero fiducioso per il futuro.

L'associazione di cui resto invece consigliere,  o più precisamente, vicepresidente, è SlowGame, che in questi quattro mesi è stata parecchio attiva. Anche qui l'ingresso di figure nuove avvenuto a inizio 2018 ha dato nuova linfa alla voglia di organizzare cose nuove (in questo caso si è trattato di un allargamento da 5 a 7 consiglieri, proprio per fare posto a persone che avevano voglia di darsi da fare). Oltre ai consueti Giochi dell'Uva di settembre, infatti, svoltisi un po' in sordina a causa del tempo non troppo brutto per annullarli ma neanche sufficientemente bello per invogliare la gente a uscire di casa, abbiamo iniziato a organizzare delle giornate di gioco mensili, chiamate Slow Days, che hanno permesso di giocare dalla mattina alla sera e, soprattutto, di unire sia gli appassionati di giochi da tavolo sia quelli di wargames nello stesso luogo. La cosa sta piacendo e intendiamo portarla avanti per tutto il 2019.
Infine, durante i weekend di dicembre, abbiamo messo in atto i Giochi alla Grande, ovvero quattro gazebo con versioni giganti di altrettanti giochi da far provare ai passanti. I titoli scelti sono stati Viva il Re, La Boca, Onitama e Ricochet Robots, perché li abbiamo ritenuti particolarmente adatti alle necessità divulgative che avevamo. La risposta è stata decisamente soddisfacente, con tanta gente che si è fermata nonostante il freddo.



Giochi dell'Uva (con clima uggioso)

Giochi alla Grande
Slow Days
E veniamo quindi agli eventi a cui abbiamo partecipato come Post Scriptum, quindi!

Accennavo a una settimana di vacanza in Sardegna. Chi mi conosce si sarà stupito di questa scelta, ma in realtà il motivo ufficiale era organizzare a Montiferru Play, una convention organizzata, fra gli altri, dai ragazzi di Demoelâ. Molti bambini, molte famiglie e qualche prototipo interessante. Non metto foto proprio perché sono tutte strapiene di minorenni :)

Siamo poi ovviamente stati a Essen, dove abbiamo riconfermato lo stand da 40 metri quadri dell'anno scorso. Wendake: New Allies è andato oltre ogni più rosea previsione. Avevamo portato un sacco di copie e le abbiamo finite venerdì! È una sensazione dolceamara, perché da un lato è bello vendere tutto, ma dall'altro è frustrante dover dire di no alla gente che lo vuole comprare :(
Per il resto, solita bella fiera, con una cinquantina di appuntamenti, un sacco di corse qua e là e un team di una dozzina di persone a far andare avanti l'area demo e vendita.
Anche Radetzky ha avuto risultati soddisfacenti: il gioco era stato molto poco pubblicizzato, ma ha comunque avuto i tavoli sempre pieni e quasi tutti coloro che lo giocavano poi lo compravano. Bene!




Neanche il tempo di riposarsi e subito a Lucca, dove avevamo due tavoli demo in area Raven. Anche qui entrambi i giochi hanno riscosso un ottimo successo.



Per finire, prima volta per noi a G! come Giocare, dove abbiamo portato Radetzky insieme a Gran Milàn, l'altro gioco dedicato alla città prodotto con Demoelâ. Personalmente mi ha fatto piacere vedere famiglie e bambini dare la caccia agli Austriaci divertentendosi e apprendendo il gioco con facilità.



A cosa abbiamo lavorato
  • Beh, all'allestimento del nostro stand a Essen, ovviamente. Abbiamo confermato i 40 mq dell'anno scorso e preparato nuove grafiche per Radetzky e Wendake: New Allies. Inoltre, abbiamo migliorato la disposizione delle aree ufficio e magazzino per poter svolgere i circa cinquanta appuntamenti previsti nel modo più confortevole ed ergonomico.
  • Alla realizzazione di grafiche e mock up dei giochi 2019 e 2020 da portare in fiera.
  • Alla finalizzazione e all'uscita di alcuni giochi promozionali (in primis Gran Milàn e la nuova versione di TorinoXXL, ma non solo). 
  • Al gioco W la Dislessia, che è sì anche lui un prodotto promozionale, ma gli dedico un punto a parte perché tratta di un argomento delicato e vorrei dargli maggiore risalto.

Cosa hanno detto di noi
Beh, in quattro mesi hanno detto un sacco di cose, quindi sarò super sintetico:
La polemica del mese
Qualche polemica interessante ci sarebbe, a dire il vero, ma preferisco dare spazio a una riflessione che ritengo importante e che prende le mosse da questo post su Boardgamegeek di Ignacy Trzewiczek (sì, ho copincollato il cognome dal suo profilo, per scriverlo), editore di Portal Games, nota casa editrice polacca con un sacco di ottimi titoli in catalogo.
L'autore parte da un annuncio fatto dall'altra casa editrice polacca Lacerta, che si rivolge agli acquirenti dicendo "questa è la lista di nuove uscite che non saranno mai ristampate. Se vi interessano, prendetele ora o mai più".
Il post prosegue con la frase che più mi ha colpito: l'autore dice infatti che stava parlando con un suo amico dicendo che Lewis & Clark è uno dei suoi 5 giochi preferiti di sempre (e devo dire che piace tantissimo anche a me, come ho scritto qui) e l'interlocutore rispose che non l'aveva mai neppure sentito nominare.
Il commento è tanto triste quanto vero (traduco letteralmente): "Era ovvio che non l'avesse [sentito nominare]. Il gioco è stato pubblicato 5 anni fa. Nei giochi da tavolo è una decade. Mai ristampato, non più disponibile, perso nel tempo. Uno dei migliori giochi gestionali. Coperto dalle sabbie del tempo."
L'autore poi prosegue citando una conversazione con un suo amico editore (di cui non fa il nome) che aveva un gioco attesissimo da tutti in uscita e che gli raccontava di averlo esaurito in un lampo, perché era davvero la hit del momento. È quindi corso a ristamparlo, ma fra il tempo per la stampa vera e propria, quello per la spedizione e quello per la distribuzione, gli è arrivato quando ormai non interessava più a nessuno, ritrovandosi così col magazzino pieno di scatole che nessuno voleva e perdendo un sacco di soldi.
L'amara chiusura di Trzewiczek recita: "è contro il mio DNA, è contro la mia filosofia, io amo i giochi che pubblico. Penso che Robinson Crusoe, Imperial Settlers, Cry Havoc, Tides of Time e altri giochi siano ancora validi oggi come lo erano 2, 3 o 5 anni fa. Mi sforzo e combatto. Negli ultimi mesi abbiamo avuto discussioni devastanti con i distributori riguardo alla ristampa di 51st State. Ogni giorno, ogni singolo giorno, riceviamo email da fan che chiedono se il gioco verrà ristampato. E ogni volta chiediamo ai distributori se intendono ordinarlo e la loro risposta è "No, grazie, non lo vogliamo". È un titolo vecchio, per loro. Non sono interessati a rimetterlo sugli scaffali, né lo sono i giocatori, che stanno già cercando la prossima luccicante novità. È l'intera industria che guarda solo le nuove proposte.
Non sto dicendo che l'industria sia malata e vada curata, ma sto dicendo che potrebbe necessitare di alcune vitamine, giusto per sicurezza. Lewis and Clark è uno dei migliori gestionali mai creati. E voi non lo giocherete mai, perché tutti preferiscono le luccicanti novità."

Non ho molto da aggiungere a quanto scritto da Trzewiczek: è verissimo ed è un aspetto che abbiamo visto anche sulla nostra pelle. Le vendite di un gioco di norma si concentrano tutte nei primi mesi e dopo diventa sempre più difficile svuotare i magazzini. Anche noi, come lui, riceviamo continuamente richieste di ristampa dei nostri giochi (specialmente Florenza), ma è davvero difficile accontentare chi ci scrive, perché a fronte di una disponibilità economica forzatamente limitata, la stragrande maggioranza dei giocatori preferisce le novità alle ristampe.

Peraltro, questo post mette l'accento anche su uno degli aspetti più difficili della vita di un editore, e cioè decidere quale sarà la tiratura iniziale di un nuovo gioco. Ovviamente abbiamo dei dati da cui partire, ma la verità è che una parte della decisione è sempre una questione di caso e di indole più o meno prudente: stampare troppo poco fa rodere le mani, perché se vendi migliaia di scatole in poche settimane, ti rendi conto che potresti venderne parecchie altre, se solo le avessi. Ma stampare troppo e avere merce ferma in magazzino è un problema enorme per un editore, come testimonia l'amico che Trzewiczek cita nel suo post.

Ulteriore corollario: per chi come noi fa giochi complessi e ci tiene ad averli molto ben curati e bilanciati, il problema della velocità di fruizione è doppiamente impattante, perché il mercato ci mette MOLTO meno ad assorbire un gioco rispetto a quanto ci mettiamo noi a farlo e quindi a volte ci troviamo a dover saltare un anno, almeno per quanto riguarda i giochi più complessi (spoiler: sì, quello che sto cercando di dirvi è che non sono previste nuove uscite Placentia nel 2019).

Sinceramente, trovo poco realistico l'invito a somministrare vitamine al mercato: la tendenza a buttarsi subito sulle scintillanti novità durerà a lungo, secondo me, perché le capacità produttive migliorano di anno in anno e i materiali saranno sempre più sfavillanti e attraenti.
Certo, in uno scenario simile non tutti sopravviveranno, per via delle difficoltà elencate sopra, il che porterà forse, prima o poi, a una riduzione delle uscite, con conseguente riduzione della frenesia da gioco nuovo. Da parecchio tempo, ormai, si parla del mercato dei giochi come di "una bolla che fra non molto scoppierà" e personalmente ritengo che in un certo senso è necessario che ciò accada al più presto (anche perché, diciamocelo, non è che TUTTE queste nuove uscite siano poi davvero belle e divertenti da giocare). Può sembrare cinico aspettare che altri falliscano, ma ehi, è il capitalismo baby: non a caso fra le risposte al post c'è chi dice che è una dinamica comune a molti settori dell'intrattenimento. 
E comunque c'è da vedere se il numero di editori che soccomberanno non sarà superato da quelli nuovi che si affacceranno nel settore.
Insomma, è un bel caos. Per dare una replica finale al post su BGG, direi che probabilmente no, l'industria non è malata, ma sta vivendo una crescita molto problematica e incontrollabile, che non sappiamo dove porterà.
Sostanzialmente, sta vivendo la sua adolescenza,
E, come tutti sanno, l'adolescenza è un gran casino.

A cosa ho giocato

Settembre
Tsuro
Can't Stop
Lorenzo il Magnifico
Puerto Rico
Azul
Trax
Jenga (2)
Cranium Zigity
Brick Party
Coloretto
Jaipur
Sam Bukas Bande (2)
Diamant (2)
Clank!
T.I.M.E. Stories: il caso Marcy

Ottobre
Pandemic Legacy: stagione 1
Welcome To...
Coal Baron: the great card game
Radetzky: Milano 1848
Nome in codice visual (2)
Lettere da Whitechapel

Novembre
Radetzky: Milano 1848 (6)
Wendake (2)
Vektorace (4)
Crown of Emara
Quinque
Funny Friends
Imperial
Concept
Dominion, con espansione Prosperità

Dicembre
Modern Art
FATAL
Flamme Rouge (13), con espansioni Pelotòn (9) e Meteo (7)
Nimble
ThemAtìk
Cortex
The quacks of Quedinburg


Dopo qualche mese senza commenti, dico la mia su due giochi!

  • VektoRace mi ha colpito subito. Per me è una ventata d'aria fresca: meccaniche semplici e pulitissime e partite davvero avvincenti. È vero che se uno guida bene ed è in vantaggio è terribilmente difficile andarlo a riprendere, ma a volte basta una piccola imprecisione e si assiste a rimonte incredibili. Super divertente, secondo me.
  • Flamme Rouge è meno rivoluzionario, ma ha un sistema di gioco super semplice e super intuitivo, che si spiega in due minuti. Le gare sono emozionanti e spesso la vittoria si decide all'ultima carta. Sì, la fortuna conta parecchio, ma come ho già detto in molte occasioni, questo per me è tutt'altro che un difetto. Io e l'Avversario stiamo facendo una corsa a tappe molto avvincente, il che spiega l'elevato numero di partite.
Insomma, forse mi piacciono i giochi di corse :)