I giochi visti da chi li fa e li fa giocare

I giochi visti da chi li fa e li fa giocare

martedì 2 settembre 2014

Tiriamo le somme: agosto 2014

GiocAosta!
Agosto! Mese di vacanza per tantissima gente e, di conseguenza, anche per i blog di Post Scriptum e della Piramide delle Bermuda che hanno interrotto le rispettive serie di post quindicinali perché si sa che tanto i lettori erano tutti al mare (mica perché sono pigro io, eh! No no!).
Un paio di segnalazioni ci sono comunque, però: innanzitutto l'intervista sul blog River Forge in cui parlo di giochi presenti e futuri e poi l'apertura del profilo Ask di Post Scriptum, che rappresenta un modo nuovo per fare cose vecchie, ovvero rispondere alle domande sul mio lavoro, come già faccio in giro per forum e pagine Facebook varie :)

Detto questo, vediamo a cosa ho giocato in questo mese. Sono parecchi giochi, grazie anche alla tre giorni dei Custodi del Lago nella piazza principale di Verbania in occasione di un importante evento locale, e alla sempre piacevole trasferta a GiocAosta, che si conferma come ogni anno una delle mie manifestazioni preferite.

In ordine cronologico:

Isla Chupita (2)
Kingsburg (con espansione To Forge a Realm)
Camel Up
Quantum
Vudù (3)
Al Rashid (2)
ThémAtik (2)
Steam Park
Fun Farm
King of Tokyo
Cartagena (2)
Bang! (2)
Dominion: Intrigue
Rattus (2)
7 Wonders
One Night Ultimate Werewolf (2)
Lupus in Tabula (2)
Le Havre
Pick a polar bear
Tikal
Carcassonne (4)
Storie Nere (2)
Hanabi (4)
Kingdom Builder
Imperial
Caligula
Istanbul
Dungeon Lords
Shadows Over Camelot (con espansione Merlin's Company)
Sherlock Holmes consulente investigativo (2)

Innanzitutto, diciamo subito che sono sempre contento quando riesco a giocare a Caligula, perché continua a piacermi ogni volta che ci gioco, come ho già scritto qui. D'altronde, anche un altro gioco a cui ho lavorato, Isla Chupita, continua a farmi lo stesso effetto che mi faceva quando è uscito cinque anni fa, ovvero darmi un gran mal di testa :)

Ma veniamo alle mie opinioni su alcuni degli altri titoli:

  • Al Rashid fa parte della schiera di giochi che ho playtestato in anteprima, in diverse occasioni, avendo così modo di vederlo crescere e raffinarsi fino alla sua veste definitiva. Ebbene sì, lo ammetto: quando Pierluca Zizzi mi chiede se voglio provare un gioco dico sempre di sì perché, anche se passo tutto il tempo a prenderlo in giro, di norma mi diverto. E infatti anche questo titolo mi piace molto: in generale, amo questo tipo di worker placement games e, in particolare, trovo che Al Rashid offra sempre molte possibilità di scelta, sia tattica sia strategica. Due partite sono poche per giudicare, ma l'impressione è che si possa vincere sia mantenendo una rotta ben definita, sia cercando di massimizzare le singole mosse senza necessariamente avere una visione a lungo termine. Trovo che sia un fattore positivo, perché aumenta la rigiocabilità. Molto interessanti anche le idee di poter giocare i Saggi sotto alle pedine più potenti, rinforzando quindi la mossa fatta in precedenza, e di gestire tutte le compravendite solo come baratti, senza inserire fisicamente dei soldi. Rende il gioco un po' più complesso, ma senz'altro più affascinante.
    Certo, il problema della leggibilità delle carte, che tantissimi commentatori hanno segnalato, oggettivamente esiste, ma penso non sia sufficiente a far lasciare questo gioco a prender polvere. Sicuramente è fastidioso per chi è alla prima partita e non conosce i vari effetti (soprattutto perché alcune carte rendono al meglio se comprate nel primo turno), però già dalla seconda si sente molto meno.
  • Cartagena, è un altro titolo che gioco sempre volentieri, perché amo i giochi che con poche regole offrono una buona profondità tattica. Personalmente preferisco giocarlo nella versione a carte coperte, perché l'altra lo rallenta troppo e gli toglie il brivido della pescata. Credo che riuscire a trovare la mossa migliore con quello che si ha in mano sia un pregio e, per quello che ho visto io, alla fine vince comunque chi gioca meglio.
  • Lo confesso: pur provando stima sia per il suo autore che per il suo editore, Bang! non è proprio il mio genere. Trovo che per essere un gioco a eliminazione possa durare un po' troppo, anche perché di solito cercano sempre tutti di ammazzarmi per primo! Però vedo invece molta gente che ne va pazza (come dimostra l'impressionante numero di copie vendute). Credo sia solo una questione di gusti... Ma d'altronde il mondo è bello perché è M vario :)
  • A Le Havre ho giocato poco, in vita mia: non è un gioco semplice e quindi non è frequente trovare la giusta disposizione d'animo (sia in me stesso, sia in altri giocatori) per organizzare una partita. Grazie al potere della bacheca degli eventi di Facebook, però, stavolta ce l'abbiamo fatta e abbiamo giocato alla Ludoteca Galliatese. Personalmente, mi affascinano molto i giochi in cui c'è una fase di mantenimento in cui bisogna pagare/sfamare i propri lavoratori, perché mi piace la sensazione che provo quando cerco di soddisfare tutti i requisiti e allo stesso tempo fare punti vittoria. Qui questo aspetto è veramente fortissimo: le azioni a disposizione in un turno sono pochissime (giocando in quattro, una o due) e gli errori si fanno sentire pesantemente. Inoltre, anche se è vero che alcuni aspetti non possono essere mai tralasciati, il gioco lascia la possibilità di provare strategie diverse di partita in partita e questo, come già detto, è indubbiamente un pregio.
    E poi, ehi. giocandoci ho dato una sonora scoppola a Matteo Boca!
  • Storie Nere, semplicemente, è il miglior passatempo che io conosca per affrontare un viaggio in auto :)




2 commenti:

  1. Vorrei confermare quanto detto dal buon Mario su Caligula: un gran gioco, difficile da padroneggiare, che mischia magistralmente bluff, diplomazia e calcolo. Mi rattrista il fatto che, purtroppo, non ha ottenuto tutto il successo che in realtà merita.
    A quando la prossima sfida Mario?! :)

    RispondiElimina
  2. Quando vuoi :)
    Come già scritto nell'articolo linkato sopra, in realtà il gioco ha venduto a sufficienza per ritenerlo un'esperienza positiva (tradotto: "ci abbiamo guadagnato dei soldi"), però in effetti avrebbe meritato di più.
    La prossima volta che facciamo un gioco supercomplesso gli daremo una veste molto più supercomplessa :)

    RispondiElimina